Servizio Volontario Europeo (EVS), Vicolocorto

Belle strade inaspettate

Cinque mesi. Sono arrivata in Italia, a Pesaro, più di cinque mesi fa per il mio SVE a Vicolocorto e non riesco ancora a capire come è possibile che l’esperienza finirà in meno di 30 giorni. Questi cinque mesi sono passati velocemente ma anche di una maniera così intensa che mi costa ricordare tutti i momenti vissuti. Nuove abitudini, nuove amicizie, nuova lingua, nuovo cibo…, ma soprattutto, una nuova “io”.

In questo tempo ho imparato dallo staff di Vicolocorto che si può lavorare con un sorriso. Ho fatto il volontariato con altri giovani stranieri con cui ho condiviso la casa e anche il tempo libero (qualcuno ha detto di andare dagli SVE della Croce Rossa?). L’elenco di persone che mi vengono in mente è lungo: Mariam, Julien, Guillaume, Demi, Isabel, Anna, Eli, Ola, Sami… E ovviamente nella lista non può mancare la mia Alysson e il suo sorriso (Cara, sai che ti voglio molto bene e ti auguro una bella vita a Barcelona!).

Gli incontri di conversazione in inglese come il Ritrovo dei Viaggiatori e il Pesaro Language Exchange sono diventati un’opportunità per fare amicizia con italiani e (come no!) spagnoli e argentini. Comunque non voglio dimenticare i ragazzi del Centro di Aggregazione Giovanile e Mery, che mi hanno insegnato il valore della pazienza e sempre avranno un posto nel mio cuore per la loro gentilezza, innocenza e curiosità. Come non ti possono essere simpatici quelli che ti insegnano a cucinare la piada?

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Ad ottobre, quando preparerò la valigia porterò con me quelle cose più lussuose che nessuno ti può rubare: più conoscenza dell’inglese e dell’italiano, il ricordo del tramonto dalla spiaggia di Pesaro; la immagine della piazza del Duomo di Firenze di notte, bianco e silenzioso dopo una giornata piena di turisti…

Infatti quando ci penso, sembra un cliché. È detto sempre: “cambiare di posto apre la mente”, “viaggiare ti fa diventare un’altra persona”. Ma lo sento davvero: quando arriverà ottobre non sarò la stessa che ero quando sono partita. Sebbene non sia riuscita con delle sfide che avevo da prima,  non mi preoccupo. Pensavo che avrei avuto più tempo per scrivere, per conoscermi un po’ meglio, per avere le idee più chiare di cosa volessi fare nella vita e la situazione è diventata esattamente il contrario: mi vedo sola di fronte al mondo e l’unico che so è che non voglio ritornare a casa.

Non posso dire di non essere nervosa. L’ansia c’è, ma la paura non c’è più. E questa è la ragione per la quale sono soddisfatta di avere preso la decisione di trasferirmi a Pesaro. Mi sento sicura e motivata per affrontare gli imprevisti.

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Venire a Pesaro era il primo passo per cominciare a credere in me e nelle mie capacità. Se qualcuno mi avesse detto ad aprile: “Se vai in Italia, parlerai italiano, farai amicizia con SVE di tutta Europa e, perfino, farai kayak al golfo di Napoli”, mi sarei messa a ridere.

Insomma, invece di aiutarmi a decidere la mia strada professionale, questa esperienza mi ha aiutato a vedere tutti quegli aspetti indimenticabili per una bella vita, la prima di questi è la gioia di viverla e, poi, la curiosità per crescere condividendola con persone con interessi e culture così diverse.

Come diceva Henry Miller:

“La meta di ognuno non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose”.

 

Maria

 

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