Vicolocorto

L’Italia incontra la Spagna: il progetto di volontariato di Andrea

G: Ciao Andrea! Grazie mille per esserti prestato a quest’intervista e per il tempo che ci hai dedicato. Come va?

A:  Ciao Giulia, tutto bene qua! Il clima è favoloso e la città è stupenda, come tutta l’Andalusia che piano a piano sto avendo modo di scoprire.

G: So che stai facendo un progetto in Spagna, di preciso a Malaga. Come mai la scelta di questo paese?

A:  Il Corpo Europeo di Solidarietà ha la possibilità di farti candidare a tantissimi progetti anche contemporaneamente e portarne avanti più di uno. Così al principio mi sono candidato per diversi progetti, scegliendoli principalmente per il progetto e la città. E fu così che Malaga fu la prima a scegliermi e ora sono qua.

G: Resterai per nove mesi, e precisamente dal 12 dicembre 2021 fino al 19 settembre del 2022, quindi un progetto di lunga durata. Cosa ti ha spinto a partire nonostante il periodo non facile?

A:  Durante lo scorso anno stavo ancora frequentando la quinta superiore del Liceo Scientifico di Pesaro. Non sapendo che università iniziare ancora, ho deciso di iniziare a cercare la possibilità di un’esperienza all’estero come questa, in attesa di chiarirmi un po’ le idee. Così, anche per non sprecare un anno, ho deciso di partire, consapevole che tutto sommato la situazione Covid qui non è così male.

G: Ci potresti parlare del progetto in cui sei coinvolto?

A: Io lavoro presso un’associazione di scambio culturale, l’unico punto Eurodesk nella provincia di Malaga dei 55 spagnoli e dei 1600 europei. Il nostro compito principale è quello di gestire nel vero senso della parola gli “scambi europei”: giovani e meno giovani che vogliono venire a Malaga da tutta Europa e che da Malaga vogliono andare in un altro paese. In genere tutti vanno a intraprendere un’esperienza di volontariato o un corso di formazione e noi ci occupiamo di tutto questo.

G: Ti sei giá integrato? Come ti hanno accolto?

A: Si mi sono integrato molto bene, tanto da aver trovato pure una squadra di basket in cui allenarmi. Come è normale, il rapporto migliore l’ho creato con gli altri volontari che come me sono qua a Malaga ma anche grazie all’internazionalità della città e al suo carisma, è facile trovare amici in giro.

G: Secondo te sará un’occasione di crescita personale e professionale?

A: Certamente sarà un’occasione di crescita, soprattutto a livello personale e linguistico. È la mia prima esperienza lontano da casa e a questo si aggiunge la nuova lingua.

G: Come sei venuto a conoscenza di questa possibilitá? Social media, passaparola,…

A:  Sono venuto a conoscenza di questa possibilità cercando cercando e cercando, perché questo programma non è molto sponsorizzato e a tutti ho sempre detto che andavo a fare “Servizio civile all’estero” perché nell’immaginario collettivo è più facile da immaginare e da comprendere. A questo si aggiunge il problema che esiste ancora il sito – che sembra attivo – dello SVE (Servizio Volontario Europeo) che in realtà non esiste più.

G: Perché, secondo te, i ragazzi italiani dovrebbero provare un’esperienza all’estero?

A: Non solo i ragazzi italiani, in generale tutti i giovani europei e non. L’Unione Europea punta molto su questo perché siamo il futuro e creare relazioni è l’unico vero modo per creare una reale comunità.

G: Trovarsi da soli in un paese diverso dal proprio può risultare complicato. Hai avuto qualche problematica? Con la lingua, la cultura…

A:  Certo che è complicato, soprattutto dove nessuno della gente del posto parla inglese, che all’inizio è un po’ la lingua su cui fai affidamento per comunicare e invece ti ritrovi a comunicare con gesti e con un italiano storpio, dato che abbiamo la fortuna che l’italiano e lo spagnolo sono molto molto simili e quindi facili da intendere.

G: Un consiglio a chi sta pensando di partire?

A:  Il mio consiglio più grande è quello di mettersi in gioco, buttarsi, perché rimanere nel guscio è limitante, non solo per la persona ma per l’intera società che non può godere delle competenze nascoste della persona e che senza uno slancio non riuscirà mai a tirar fuori la vera personalità. Questa infatti può essere una ricchezza per tutti e una grande soddisfazione per chi, come me, ha provato a uscire dal proprio “guscio” per scoprire il mondo.

Giulia

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