Vicolocorto

Un progetto di volontariato nell’associazione Il Seme/Caritas di Senigallia

In questo articolo vi presentiamo l’associazione Il Seme/Caritas di Senigallia, dove attualmente sono ospitate quattro volontarie degli European Solidarity Corps. Vediamo di scoprire prima qualcosa di più riguardo alla città di Senigallia, poi riguardo all’associazione vera e propria.

Senigallia è una città costiera delle Marche e si trova a metà strada tra Pesaro ed Ancona. Famosa per le sue spiagge, non a caso definita “la città dalle spiagge di velluto”, per la trasparenza delle sue acque con tanto di Bandiera Blu Europea, è la tipica città marinara che si può apprezzare sia d’inverno che d’estate. Soprattutto è famosa per la sua “rotonda sul mare”, struttura esistente sospesa sull’acqua cristallina del mare che ha ispirato la famosa canzone “Una rotonda sul mare” del cantante italiano Fred Bongusto.  

D’estate poi tutta la città si anima di turismo, di feste, tra cui una delle più famose è quella del Summer Jamboree, rievocazione dei mitici anni ‘50, con sfilate di macchine d’epoca, persone vestite di tutto punto nello stile di quegli anni, insomma un’atmosfera travolgente.

Quindi, Senigallia è una città viva, che sorprende e che accoglie.

L’associazione Caritas fa parte dell’organismo pastorale della Chiesa Cattolica, come ente promulgatore della carità cristiana. L’obbiettivo dell’associazione è quello di creare una comunità che sia caratterizzata dalla carità verso il prossimo, conoscendo le situazioni di povertà presenti nel territorio di competenza, promuovendo nuove iniziative per sostenere i bisogni emergenti della comunità, sensibilizzare la comunità verso uno stile di maggiore condivisione, ed infine ideare progetti per prevenire le cause dei maggiori disagi già in atto.

La fondazione Caritas di Senigallia è stata istituita il 1 luglio del 2008 per poi diventare operativa nel febbraio del 2009. Da allora l’associazione è sempre più radicata all’interno della comunità, con diverse attività in cui sono coinvolti volontari provenienti sia dal servizio civile sia appunto dagli European Solidarity Corps. Quest’anno, l’associazione ha deciso di ospitare quattro ragazze del progetto ESC ed è anche grazie al loro contributo che potremmo farvi scoprire le varie attività che i vari volontari e le varie volontarie andranno a fare all’interno dell’associazione. 

Le attività che prevalentemente vengono svolte dai volontari europei sono:

  • nel Centro di Solidarietà, dove vengono accolte persone in difficoltà per dare loro supporto in cure mediche, offrire pasti completi dalla colazione alla cena
  • nel Centro di Ascolto per quanto riguarda la ricerca di un lavoro o di un alloggio
  • nella Casa San Benedetto dove vengono accolte le madri e i loro figli, in particolare quelle che fuggono dai propri paesi 

Tra le volontarie europee, si è offerta come portavoce del gruppo, Nora, volontaria dalla Germania. Sentiamo direttamente dalle sue parole come sta andando la sua esperienza all’interno della fondazione. 

Il mio servizio di volontariato è diviso in due maggiori progetti. Mi divido sempre tra i due progetti, anche nello stesso giorno. Ciò dipende da dove siamo più richiesti.

Alcune delle attività si svolgono nel Centro di Solidarietà: è un centro che può essere comparato ad un pronto soccorso per persone in difficoltà. Non solo ospita persone a cui serve un alloggio temporaneo, ma supporta anche le persone senzatetto nel trovare un lavoro o un alloggio.

Il mio compito principale qui è la lavanderia. Il luogo dove vengono lavati tutti i vestiti dei senzatetto e dove loro stessi possono farsi una doccia e prendere abiti puliti. Mi piace molto questa attività perché mi sento di avere molta responsabilità e con il passare del tempo ho instaurato un legame con le persone che ritornano ogni settimana. Molto dipende anche da chi mi trovo di fronte, perché può risultare molto impegnativo e ho dovuto imparare ad essere molto chiara e sicura di me quando comunico con gli altri.

A volte ho il turno durante la colazione o la cena. Per la colazione significa che io mi devo presentare presto la mattina per preparare da mangiare per gli ospiti del centro. Invece per la cena sono di supporto ai cuochi della struttura in cucina e aiuto a servire il cibo. Mi piace stare intorno agli ospiti che si trovano lì da molto tempo perché oramai ci conosciamo molto bene e la maggior parte di loro sono molto amichevoli e cordiali. Tutti gli ospiti hanno un passato diverso. Alcuni di loro sono anziani senza più una casa. Altri sono dei rifugiati ed altre ancora sono delle persone con problemi psicologici. 

Un altro compito è all’interno del Centro di Ascolto. Le persone che vengono qui hanno necessità di trovare un lavoro o un appartamento e così riescono a parlare con le persone che lavorano all’interno della Caritas, cercando di trovare una soluzione. Io do il mio contributo per registrare le persone nel sistema, per fare fotocopie e poi per aiutare con la traduzione con le persone che parlano solamente inglese. Mi piace stare lì perché riesco ad ascoltare tutte le varie e diverse storie delle persone. A volte è persino frustrante perché la Caritas non può aiutare tutti. Una volta per esempio, è venuta una famiglia con tre bambini piccoli che aveva dormito in strada già per tre notti di fila, ma non c’erano più stanze libere nel centro così li abbiamo solo potuti indirizzare ad un’altra città. 

Poi c’è l’altro progetto di Casa San Benedetto. Questo è un palazzo con appartamenti per mamme con bambini che hanno subito violenza nel passato e sono dovuti fuggire dai propri paesi. Il nostro compito è quello di prenderci cura dei bambini diverse volte alla settimana, mentre le madri vanno al lavoro o vanno ad un corso di lingua. Dopo sei mesi abbiamo costruito un solido rapporto con i bambini che sono di età compresa tra i due e gli otto anni. Ed è molto bello vederli crescere e sviluppare i loro caratteri.

Caritas, infine, adatta i suoi programmi agli eventi ed ai problemi recenti. E questo significa che in qualche periodo potrebbero esserci dei progetti speciali. La scorsa settimana abbiamo aiutato a rinnovare un vecchio hotel che potrà essere usato come alloggio per i rifugiati dall’Ucraina. Ho sentito questo progetto come molto significativo, ed è questo che in generale mi piace del mio compito alla Caritas. Il lavoro è sempre molto diversificato e risponde sempre ai bisogni attuali. E soprattutto perché parlo meglio di altri l’italiano, mi sento molto integrata ed utile. Riuscire a conoscere così tanti aspetti di un lavoro sociale è un’esperienza che ti arricchisce molto.”

Giulia

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