Da quando l’Associazione Vicolocorto è diventata un’associazione di invio ad oggi, abbiamo inviato all’esterno per progetti di volontariato più di 870 giovani da tutta Italia. Continuiamo ad investire energie e tempo per inviare giovani all’estero, soprattutto in questo periodo delicato e difficile, perché i progetti di volontariato hanno il potere di cambiare totalmente sia la vita delle persone che il loro modo stesso di intendere la vita e di vedere il mondo.
Proprio per questo vogliamo raccontarvi l’esperienza di alcuni dei volontari che sono partiti con noi per progetti di volontariato all’estero. Oggi abbiamo incontrato virtualmente Chiara Ferramondo, marchigiana di nascita cittadina europea per scelta. Chiara è partita alla volta della Francia per un progetto di volontariato di un anno. Chiara è una viaggiatrice navigata ormai: è partita per la prima volta nel 2016 per un Erasmus a Bruxelles, dove poi è tornata per uno stage di 3 mesi in un ufficio di relazioni internazionali nel 2018; durante la Magistrale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali è partita per altri 10 mesi, questa volta in Francia, a Lione; un altro stage l’ha riportata a Bruxelles ed ormai era chiaro che non si sarebbe più fermata. Il francese è da sempre stato la sua passione e con il Belgio e la Francia nel cuore ha deciso di partire per un progetto di volontariato dei Corpi Europei di Solidarietà a fine Agosto 2020.

Il progetto l’ha portata a vivere 12 mesi a Reims e a lavorare nel Centre Régional Information Jeunesse Grand-Est. In questi mesi, i compiti principali di Chiara erano collegati alla gestione dei progetti di volontariato coordinati dal Centro sia in invio che in accoglienza, la promozione di opportunità europee nelle scuole e l’organizzazione di attività culturali e linguistiche rivolte alla comunità locale. Chiaramente, le attività sono state inevitabilmente influenzate dalla pandemia e dai lockdown invernali che ha vissuto la Francia tra il 2020 e il 2021: molte attività sono state convertite in attività online e si è persa, purtroppo, un po’ della ricchezza del rapporto umano che è tipica di questi progetti. Ciononostante, Chiara ha capito che è proprio questo quello che vuole dal suo futuro: lavorare in un’associazione e gestire progetti europei e, per non perdere tempo, ha anche appena iniziato un corso di euro-progettazione.
Complementare alla dimensione lavorativa del progetto, c’è quella sociale e di crescita personale. In 12 mesi Chiara si è formata una nuova famiglia a Reims, composta da locali e da altri volontari europei. Chiara ci ha raccontato, infatti, che la sua è stata un’esperienza formativa da tutti i punti di vista: abitava con 3 francesi e lavorava in un contesto sia internazionale che a stretto contatto con la comunità locale, cose che le hanno permesso di far un’immersione totale nel francese. Nonostante la pandemia, è riuscita a vivere delle esperienze di vita locale come ad esempio la vendemmia e la degustazione di vini. Sono cresciute contemporaneamente sia le sue competenze linguistiche, che culturali.
Dopo tutti i progetti all’estero, Chiara afferma con decisione che tutte le esperienze fatte sono state fondamentali per farla crescere e per farla diventare l’adulta che è oggi. Naturalmente non è stato e non è sempre facile: si parte spesso da soli, facendo un tuffo nel vuoto. Tutti hanno delle paure e dei timori, soprattutto riguardo all’integrazione, ma queste preoccupazioni non devono impedire l’esperienza! Chiara ci ricorda che ci sono sempre associazioni che supportano i giovani che decidono di partire: innanzitutto l’associazione di invio e quella ospitante, ma anche ESN, l’Erasmus Student Network, il quale organizza incontri ed eventi che permettono di farsi tanti nuovi amici.
Per concludere con le parole di Chiara “il volontariato all’estero è un’esperienza da provare, perché se non provi, non hai nemmeno idea di quante cose belle ti stai perdendo!”.
Virginia